Messale Romano

Anno C - Domenica XXIII

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Antifona d'Ingresso   Sal 118,137.124
Tu sei giusto, Signore, e sono retti i tuoi giudizi:
agisci con il tuo servo secondo il tuo amore.
 

Iustus es, Dómine, et rectum iudícium tuum;

fac cum servo tuo secúndum misericórdiam tuam.

 
Colletta

O Padre, che ci hai donato il Salvatore e lo Spirito Santo, guarda con benevolenza i tuoi figli di adozione, perché a tutti i credenti in Cristo sia data la vera libertà e l'eredità eterna. Per il nostro Signore...

 
Deus, per quem nobis et redémptio venit et præstátur adóptio, fílios dilectiónis tuæ benígnus inténde, ut in Christo credéntibus et vera tribuátur libértas, et heréditas ætérna. Per Dóminum.

 
Oppure:

O Dio, tu sai come a stento ci raffiguriamo le cose terrestri, e con quale maggiore fatica possiamo rintracciare quelle del cielo; donaci la sapienza del tuo Spirito, perché da veri discepoli portiamo la nostra croce ogni giorno dietro il Cristo tuo Figlio. Egli è Dio...


LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura  Sap 9, 13-18
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?


Dal libro della Sapienza.
Quale uomo può conoscere il volere di Dio? 
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore? 
I ragionamenti dei mortali sono timidi 
e incerte le nostre riflessioni, 
perché un corpo corruttibile appesantisce l'anima 
e la tenda d'argilla grava la mente dai molti pensieri. 
A stento ci raffiguriamo le cose terrestri, 
scopriamo con fatica quelle a portata di mano; 
ma chi può rintracciare le cose del cielo? 
Chi ha conosciuto il tuo pensiero, 
se tu non gli hai concesso la sapienza 
e non gli hai inviato il tuo santo spirito dall'alto? 
Così furono raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra; 
gli uomini furono ammaestrati in ciò che ti è gradito; 
essi furono salvati per mezzo della sapienza». 

Salmo Responsoriale
 
Dal Salmo 89
Donaci, o Dio, la sapienza del cuore.

Tu fai ritornare l'uomo in polvere, Signore, 
e dici: «Ritornate, figli dell'uomo». 
Ai tuoi occhi, mille anni 
sono come il giorno di ieri che è passato, 
come un turno di veglia nella notte. 

Li annienti: li sommergi nel sonno; 
sono come l'erba che germoglia al mattino: 
al mattino fiorisce, germoglia, 
alla sera è falciata e dissecca. 

Insegnaci a contare i nostri giorni 
e giungeremo alla sapienza del cuore. 
Volgiti, Signore; fino a quando? 
Muoviti a pietà dei tuoi servi. 

Saziaci al mattino con la tua grazia: 
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni. 
Sia su di noi la bontà del Signore, nostro Dio: 
rafforza per noi l'opera delle nostre mani, 
l'opera delle nostre mani rafforza. 

Seconda Lettura 
Fm 9b-10. 12-17
Accoglilo non più come schiavo, ma come un fratello carissimo. 

Dalla lettera a Filèmone.
Carissimo, io Paolo, vecchio, e ora anche prigioniero per Cristo Gesù; ti prego dunque per il mio figlio, che ho generato in catene, Te l'ho rimandato, lui, il mio cuore.
Avrei voluto trattenerlo presso di me perché mi servisse in vece tua nelle catene che porto per il vangelo. Ma non ho voluto far nulla senza il tuo parere, perché il bene che farai non sapesse di costrizione, ma fosse spontaneo. Forse per questo è stato separato da te per un momento perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come un fratello carissimo in primo luogo a me, ma quanto più a te, sia come uomo, sia come fratello nel Signore. Se dunque tu mi consideri come amico, accoglilo come me stesso. 


Canto al Vangelo
  Lc 14,27
Alleluia, alleluia.

Chi non porta la propria croce
e non viene dietro a me, dice il Signore,
non può essere mio discepolo.

Alleluia.

  

  
Vangelo
  Lc 14, 25-33
Chi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, siccome molta gente andava con lui, Gesù si voltò e disse: «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo. 
Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. 
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace. Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo». 
 

Sulle Offerte
O Dio, sorgente della vera pietà e della pace, salga a te nella celebrazione di questo mistero la giusta adorazione per la tua grandezza e si rafforzi la fedeltà e la concordia dei tuoi figli. Per Cristo nostro Signore.

 
Deus, auctor sincéræ devotiónis et pacis, da, quæsumus, ut et maiestátem tuam conveniénter hoc múnere venerémur, et sacri participatióne mystérii fidéliter sénsibus uniámur. Per Christum.
 
Antifona alla Comunione  Sal 41,2-3
Come il cervo anela ai corsi d'acqua,
così l'anima mia anela a te, o Dio;
l'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente.
 

Quemádmodum desíderat cervus ad fontes aquárum,

ita desíderat ánima mea ad te, Deus:

sitívit ánima mea ad Deum fortem vivum.

 
Oppure:   Gv 8,12
«Io sono la luce del mondo», dice il Signore,
«chi segue me non cammina nelle tenebre,
ma avrà la luce della vita».


Ego sum lux mundi, dicit Dóminus;

qui séquitur me, non ámbulat in ténebris,

sed habébit lumen vitæ.

 
Oppure:  Lc 14,27
«Chi non porta la propria croce
e non viene dietro di me,
non può essere mio discepolo».

 

Dopo la Comunione
O Padre, che nutri e rinnovi i tuoi fedeli alla mensa della parola e del pane di vita, per questi doni del tuo Figlio aiutaci a progredire costantemente nella fede, per divenire partecipi della sua vita immortale. Per Cristo nostro Signore.
 

Da fidélibus tuis, Dómine, quos et verbi tui et cæléstis sacraménti pábulo nutris et vivíficas, ita dilécti Fílii tui tantis munéribus profícere, ut eius vitæ semper consórtes éffici mereámur. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum..

 

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