Messale Romano

19 Marzo - San Giuseppe

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Antifona d'Ingresso  Lc 12,42
Ecco il servo saggio e fedele,
che il Signore ha posto a capo della sua famiglia.

 

Ecce fidélis servus et prudens,

quem constítuit Dóminus super famíliam suam.
 

Colletta

Dio onnipotente, che hai voluto affidare gli inizi della nostra redenzione alla custodia premurosa di san Giuseppe, per sua intercessione concedi alla tua Chiesa di cooperare fedelmente al compimento dell'opera di salvezza. Per il nostro Signore...

 

Præsta, quæsumus, omnípotens Deus, ut humánæ salútis mystéria, cuius primórdia beáti Ioseph fidéli custódiæ commisísti, Ecclésia tua, ipso intercedénte, iúgiter servet implénda. Per Dóminum.

 
LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura 
2 Sam 7,4-5a.12-14a.16
Il Signore Iddio gli darà il trono di Davide, suo padre.
 
Dal secondo libro di Samuele  
In quei giorni, la parola del Signore fu rivolta a Natan: «Va' e riferisci al mio servo Davide: Dice il Signore: Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu giacerai con i tuoi padri, io assicurerò dopo di te la discendenza uscita dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. 
Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile per sempre il trono del suo regno. Io gli sarò padre ed egli mi sarà figlio.  
La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a me e il tuo trono sarà reso stabile per sempre». 

   

Salmo Responsoriale 
Dal Salmo 88
Tu sei fedele, Signore, alle tue promesse.

Canterò senza fine le grazie del Signore, 
con la mia bocca annunzierò la tua fedeltà nei secoli, 
perché hai detto: «La mia grazia rimane per sempre» ; 
la tua fedeltà è fondata nei cieli. 

Dice il Signore:
«Ho stretto un'alleanza con il mio eletto, 
ho giurato a Davide mio servo: 
stabilirò per sempre la tua discendenza, 
ti darò un trono che duri nei secoli. 

Egli mi invocherà: Tu sei mio padre, 
mio Dio e roccia della mia salvezza. 
Gli conserverò sempre la mia grazia, 
la mia alleanza gli sarà fedele». 


Seconda Lettura  
Rm 4,13.16-18.22
Abramo sperò contro ogni speranza.
 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani  
Fratelli, non in virtù della legge fu data ad Abramo o alla sua discendenza la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della giustizia che viene dalla fede. 
Eredi quindi si diventa per la fede, perché ciò sia per grazia e così la promessa sia sicura per tutta la discendenza, non soltanto per quella che deriva dalla legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi. 
Infatti sta scritto: Ti ho costituito padre di molti popoli; [è nostro padre] davanti al Dio nel quale credette, che dà  vita ai morti e chiama all'esistenza le cose che ancora non esistono. Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: "Così sarà la tua discendenza". 

Ecco perché gli fu accreditato come giustizia. 


Canto al Vangelo
   Sal 111,7
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio.
Nel tempo pasquale: Alleluia, alleluia.

Saldo è il cuore del giusto,
che confida nel Signore.
 
Oppure:
Sal 83,5
Beato chi abita la tua casa, Signore:
sempre canta le tue lodi.

Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio.

 

  

Vangelo  Mt 1,16.18-21.24a
Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore.

Dal vangelo secondo Matteo

Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. 
Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 
Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. 

Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».  
Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo. 

Oppure:

Vangelo  Lc 2,41-51a
Ecco tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo.

Dal vangelo secondo Luca
I genitori di Gesù si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. 
Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. 
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 
Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». 
Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero le sue parole. 
Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso.


Sulle Offerte

Accogli, o Padre, il nostro servizio sacerdotale, e donaci la stessa fedeltà e purezza di cuore, che animò san Giuseppe nel servire il tuo unico Figlio, nato dalla Vergine Maria. Per Cristo nostro Signore.

 

Quæsumus, Dómine, ut, sicut beátus Ioseph Unigénito tuo, nato de María Vírgine, pia devotióne desérviit, ita et nos mundo corde tuis altáribus mereámur ministráre. Per Christum.

 
Prefazio

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,

rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.
 
Noi, ti lodiamo, ti benediciamo, ti glorifichiamo
nella solennità di San Giuseppe.
Egli, uomo giusto, da te fu prescelto
come sposo di Maria, Vergine e Madre di Dio;
servo saggio e fedele
fu posto a capo della santa famiglia,
per custodire, come padre, il tuo unico Figlio,
concepito per opera dello Spirito Santo,
Gesù Cristo nostro Signore.

E noi, con tutti gli angeli del cielo,
innalziamo a te il nostro canto,
e proclamiamo insieme la tua gloria:
 
Santo, Santo, Santo ...

 

Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

 

Et te in sollemnitáte beáti Ioseph

débitis magnificáre præcóniis, benedícere et prædicáre.

Qui et vir iustus, a te Deíparæ Vírgini Sponsus est datus,

et fidélis servus ac prudens,

super Famíliam tuam est constitútus,

ut Unigénitum tuum,

Sancti Spíritus obumbratióne concéptum,

patérna vice custodíret,

Iesum Christum Dóminum nostrum.

 

Per quem maiestátem tuam laudant Angeli,

adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes.

Cæli cælorúmque Virtútes, ac beáta Séraphim, sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas, deprecámur, súpplici confessióne dicéntes:

 

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...

 
Antifona alla Comunione
  Mt 25,21
«Bene, servo buono e fedele,
prendi parte alla gioia del tuo Signore».

 

Euge, serve bone et fidélis:

intra in gáudium Dómini tui.
 

Oppure:
Mt 1,20-21
«Giuseppe, non temere:
Maria partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù».


Oppure:
Lc 2,49
«Perché mi cercavate?
Non sapevate che io devo occuparmi
delle cose del Padre mio?».

 

Dopo la Comunione

Proteggi sempre la tua famiglia, Signore, che hai nutrito alla mensa del pane di vita nel ricordo gioioso di san Giuseppe e custodisci in noi i doni del tuo amore di Padre. Per Cristo nostro Signore.
 

 

Famíliam tuam, quæsumus, Dómine, quam de beáti Ioseph sollemnitáte lætántem ex huius altáris alimónia satiásti, perpétua protectióne defénde, et tua in ea propitiátus dona custódi. Per Christum.

 

 

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