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Tempo di Quaresima

Sabato terza settimana - Ufficio delle Letture

 

V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode

Gloria al Padre e al Figlio *
  e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre, *
  nei secoli dei secoli. Amen.

INNO

 

       Protesi alla gioia pasquale,
sulle orme di Cristo Signore,
seguiamo l'austero cammino
della santa Quaresima.

La legge e i profeti annunziarono
dei quaranta giorni il mistero;
Gesù consacrò nel deserto
questo tempo di grazia.

Sia parca e frugale la mensa,
sia sobria la lingua ed il cuore;
fratelli, è tempo di ascoltare
la voce dello Spirito.

Forti nella fede vigiliamo
contro le insidie del nemico:
ai servi fedeli è promessa
la corona di gloria.

Sia lode al Padre onnipotente,
al Figlio Gesù redentore,
allo Spirito Santo Amore,
nei secoli dei secoli. Amen.
 


 
1 ant. Ringrazino Dio per la sua misericordia:
ha fatto prodigi a salvezza dell'uomo.
 

SALMO 106 Ringraziamento per la liberazione
Questa è la parola che Dio ha inviato ai figli d'Israele recando la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti (At 10,36)
I (1-16)

Celebrate il Signore perché è buono, *
    perché eterna è la sua misericordia.
Lo dicano i riscattati del Signore, *
    che egli liberò dalla mano del nemico

e radunò da tutti i paesi, †
    dall'oriente e dall'occidente, *
    dal settentrione e dal mezzogiorno.

Vagavano nel deserto, nella steppa, *
    non trovavano il cammino
        per una città dove abitare.

Erano affamati e assetati, *
    veniva meno la loro vita.

Nell'angoscia gridarono al Signore *
    ed egli li liberò dalle loro angustie.

Li condusse sulla via retta, *
    perché camminassero verso una città dove abitare.

Ringrazino il Signore per la sua misericordia, *
    per i suoi prodigi a favore degli uomini;

poiché saziò il desiderio dell'assetato, *
    e l'affamato ricolmò di beni.

Abitavano nelle tenebre e nell'ombra di morte, *
    prigionieri della miseria e dei ceppi,
perché si erano ribellati alla parola di Dio *
    e avevano disprezzato il disegno dell'Altissimo.

Egli piegò il loro cuore sotto le sventure; *
    cadevano e nessuno li aiutava.

Nell'angoscia gridarono al Signore *
    ed egli li liberò dalle loro angustie.

Li fece uscire dalle tenebre e dall'ombra di morte *
    e spezzò le loro catene.

Ringrazino il Signore per la sua misericordia, *
    per i suoi prodigi a favore degli uomini;

perché ha infranto le porte di bronzo *
    e ha spezzato le barre di ferro.

 
1 ant. Ringrazino Dio per la sua misericordia:
ha fatto prodigi a salvezza dell'uomo.
 

 
2 ant. Abbiamo veduto, o Dio, le tue opere,
le meraviglie che hai fatto per noi.
 

II (17-32)

Stolti per la loro iniqua condotta, *
    soffrivano per i loro misfatti;
rifiutavano ogni nutrimento *
    e già toccavano le soglie della morte.

Nell'angoscia gridarono al Signore *
    ed egli li liberò dalle loro angustie.

Mandò la sua parola e li fece guarire, *
    li salvò dalla distruzione.

Ringrazino il Signore per la sua misericordia *
    e per i suoi prodigi a favore degli uomini.

Offrano a lui sacrifici di lode, *
    narrino con giubilo le sue opere.

Coloro che solcavano il mare sulle navi *
    e commerciavano sulle grandi acque,
videro le opere del Signore, *
    i suoi prodigi nel mare profondo.

Egli parlò e fece levare *
    un vento burrascoso che sollevò i suoi flutti.

Salivano fino al cielo, †
    scendevano negli abissi; *
    la loro anima languiva nell'affanno.

Ondeggiavano e barcollavano come ubriachi, *
    tutta la loro perizia era svanita.

Nell'angoscia gridarono al Signore *
    ed egli li liberò dalle loro angustie.

Ridusse la tempesta alla calma, *
    tacquero i flutti del mare.
Si rallegrarono nel vedere la bonaccia *
    ed egli li condusse al porto sospirato.

Ringrazino il Signore per la sua misericordia *
    e per i suoi prodigi a favore degli uomini.

Lo esaltino nell'assemblea del popolo, *
    lo lodino nel consesso degli anziani.

 
2 ant. Abbiamo veduto, o Dio, le tue opere,
le meraviglie che hai fatto per noi.
 

 
3 ant. I giusti vedano le opere di Dio,
ne gioiscano e comprendano il suo amore.
 

III (33-43)


Ridusse i fiumi a deserto, *
    a luoghi aridi le fonti d'acqua
e la terra fertile a palude *
    per la malizia dei suoi abitanti.

Ma poi cambiò il deserto in lago, *
    e la terra arida in sorgenti d'acqua.
Là fece dimorare gli affamati *
    ed essi fondarono una città dove abitare.

Seminarono campi e piantarono vigne, *
    e ne raccolsero frutti abbondanti.
Li benedisse e si moltiplicarono, *
    non lasciò diminuire il loro bestiame.

Ma poi, ridotti a pochi, furono abbattuti, *
    perché oppressi dalle sventure e dal dolore.
Colui che getta il disprezzo sui potenti, *
    li fece vagare in un deserto senza strade.

Ma risollevò il povero dalla miseria *
    e rese le famiglie numerose come greggi.

Vedono i giusti e ne gioiscono *
    e ogni iniquo chiude la sua bocca.
Chi è saggio osservi queste cose *
    e comprenderà la bontà del Signore.

 
3 ant. I giusti vedano le opere di Dio,
ne gioiscano e comprendano il suo amore.
 

VERSETTO

V. Chi fa la verità, viene alla luce:
R. le sue opere si riveleranno a tutti.

PRIMA LETTURA

Dal libro dell'Esoro 40,16-38
 
Erezione del santuario. La nube del Signore

    In quei giorni: Mosè fece in tutto secondo quanto il Signore gli aveva ordinato. Fece così: nel secondo anno, nel primo giorno del primo mese fu erettala Dimora. Mosè eresse la Dimora: pose le sue basi, dispose le assi, vi fissò le traverse e rizzò le colonne; poi stese la tenda sopra la Dimora e sopra ancora mise la copertura della tenda, come il Signore gli aveva ordinato.
    Prese la Testimonianza, la pose dentro l'arca; mise le stanghe all'arca e pose il coperchio sull'arca; poi introdusse l'arca nella Dimora, collocò il velo che doveva far da cortina e lo tese davanti all'arca della Testimonianza, come il Signore aveva ordinato a Mosè.
    Nella tenda del convegno collocò la tavola, sul lato settentrionale della Dimora al di fuori del velo. Dispose su di essa il pane in focacce sovrapposte alla presenza del Signore come il Signore aveva ordinato a Mosè.
    Collocò inoltre il candelabro nella tenda del convegno di fronte alla tavola sul lato meridionale della Dimora e vi preparò sopra le lampade davanti al Signore come il Signore aveva ordinato a Mosè.
    Collocò poi l'altare d'oro nella tenda del convegno davanti al velo e bruciò su di esso il profumo aromatico come il Signore aveva ordinato a Mosè. Mise infine la cortina all'ingresso della Dimora. Poi collocò l'altare degli olocausti all'ingresso della Dimora della tenda del convegno e offrì su di esso l'olocausto e l'offerta, come il Signore aveva ordinato a Mosè.
    Collocò la conca fra la tenda del convegno e l'altare e vi mise dentro l'acqua per le abluzioni. Mosè, Aronne e i suoi figli si lavavano con essa le mani e i piedi: quando entravano nella tenda del convegno e quando si accostavano all'altare, essi si lavavano, come il Signore aveva ordinato a Mosè.
    Infine eresse il recinto intorno alla Dimora e all'altare e mise la cortina alla porta del recinto. Così Mosè terminò l'opera.
    Allora la nube coprì la tenda del convegno e la Gloria del Signore riempì la Dimora. Mosè non poté entrare nella tenda del convegno, perché la nube sostava su di essa e la Gloria del Signore riempiva la Dimora.
    Ad ogni tappa, quando la nube s'innalzava e lasciava la Dimora, gli Israeliti levavano l'accampamento. Se la nube non si innalzava, essi non partivano, finché non si fosse innalzata. Perché la nube del Signore durante il giorno rimaneva sulla Dimora e durante la notte vi era in essa un fuoco, visibile a tutta la casa d'Israele, per tutto il tempo del loro viaggio.

RESPONSORIO                    Cfr. 1Cor 10,1.2; Es 40,34.35

R. I nostri padri furono tutti sotto la nube, tutti attraversarono il mare, * tutti in Mosè furono battezzati, nella nube e nel mare.
V. La gloria del Signore riempì la tenda del convegno, la nube la copriva tutta.
R. Tutti, in Mosè, furono battezzati, nella nube e nel mare.

SECONDA LETTURA

Dai «Discorsi» di san Gregorio Nazianzeno, vescovo
 
(Disc. 14 sull'amore ai poveri, 38,40; PG 35,907.910)
Serviamo Cristo nei polveri

    Afferma la Scrittura: «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7). La misericordia non ha l'ultimo posto nelle beatitudini. Osserva ancora: «Beato l'uomo che ha cura del misero e del povero» (Sal 40,2) e parimenti: «Buono è colui che è pietoso e dà a prestito» (Sal 111,5). In un altro luogo si legge ancora: «Tutto il giorno il giusto ha compassione e dà a prestito» (Sal 36,26). Conquistiamoci la benedizione, facciamo in modo di essere chiamati comprensivi, cerchiamo di essere benevoli. Neppure la notte sospenda i tuoi doveri di misericordia. Non dire: «Ritornerò indietro e domani ti darò aiuto». Nessun intervallo si interponga fra il tuo proposito e l'opera di beneficenza. La beneficenza, infatti, non consente indugi. Spezza il tuo pane all'affamato e introduci i poveri e i senza tetto in casa tua (cfr. Is 58,7) e questo fallo con animo lieto e premuroso. «Infatti chi fa opera di misericordia», dice l'Apostolo, «la compia con gioia» (Rm 12,8) e la grazia del beneficio che rechi ti sarà allora duplicata dalla sollecitudine e tempestività. Infatti ciò che si dona con animo triste e per costrizione non riesce gradito e non ha nulla di simpatico.
    Quando pratichiamo le opere di misericordia, dobbiamo essere lieti e non piangere: «Se allontanerai da te la meschinità e le preferenze», cioè la grettezza e la discriminazione come pure le esitazioni e le critiche, la tua ricompensa sarà grande. «Allora la tua luce sorgerà come l'aurora e la tua ferita si rimarginerà presto» (Is 58,8). E chi è che non desideri la luce e la sanità?
    Perciò, o servi di Cristo, suoi fratelli e coeredi, se ritenete che la mia parola meriti qualche attenzione, ascoltatemi: finché ci è dato di farlo, visitiamo Cristo, curiamo Cristo, alimentiamo Cristo, vestiamo Cristo, ospitiamo Cristo, onoriamo Cristo non solo con la nostra tavola, come alcuni hanno fatto, né solo con gli unguenti, come Maria Maddalena, né soltanto con il sepolcro, come Giuseppe d'Arimatea, né con le cose che servono alla sepoltura, come Nicodemo, che amava Cristo solo per metà, e neppure infine con l'oro, l'incenso e la mirra, come fecero, già prima di questi nominati, i Magi. Ma, poiché il Signore di tutti vuole la misericordia e non il sacrificio, e poiché la misericordia vale più di migliaia di grassi agnelli, offriamogli appunto questa nei poveri e in coloro che oggi sono avviliti fino a terra. Così quando ce ne andremo di qui, verremo accolti negli eterni tabernacoli, nella comunione con Cristo Signore, al quale sia gloria nei secoli. Amen.

RESPONSORIO                    Cfr. Mt 25,35.40; Gv 15,12

R. Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato. Quando avete fatto queste cose a uno solo dei miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.
V. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati.
R. Quando avete fatto queste cose a uno solo dei miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.

ORAZIONE

    Nella gioia che già pregustiamo, Signore, in questa celebrazione della Quaresima, fa' che ci inseriamo sempre più nei misteri della Pasqua, per godere la pienezza dei suoi frutti. Per il nostro Signore.