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Lunedì della Settimana Santa

Ufficio delle Letture

 

V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode

Gloria al Padre e al Figlio *
  e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre, *
  nei secoli dei secoli. Amen.

INNO

 
       Creati per la gloria del tuo nome,
redenti dal tuo sangue sulla croce,
segnati dal sigillo del tuo Spirito,
noi t'invochiamo: salvaci, o Signore!

Tu spezza le catene della colpa,
proteggi i miti, libera gli oppressi
e conduci nel cielo ai quieti pascoli
il popolo che crede nel tuo amore.

Sia lode e onore a te, pastore buono,
luce radiosa dell'eterna luce,
che vivi con il Padre e il Santo Spirito
nei secoli dei secoli glorioso. Amen.
 


 
1 ant. Porgi a me il tuo orecchio, Signore,
vieni preso a liberarmi.
 

SALMO 30,2-17.20-25 Supplica fiduciosa nell'afflizione
Padre nelle tue mani consegno il mio spirito (Lc 23,46)
I (2-9)

In te, Signore, mi sono rifugiato, †
    mai sarò deluso; *
    per la tua giustizia salvami.

Porgi a me l'orecchio, *
    vieni presto a liberarmi.
Sii per me la rupe che mi accoglie, *
    la cinta di riparo che mi salva.

Tu sei la mia roccia e il mio baluardo, *
    per il tuo nome dirigi i miei passi.
Scioglimi dal laccio che mi hanno teso, *
    perché sei tu la mia difesa.

Mi affido alle tue mani; *
    tu mi riscatti, Signore, Dio fedele.
Tu detesti chi serve idoli falsi, *
    ma io ho fede nel Signore.

Esulterò di gioia per la tua grazia, †
    perché hai guardato alla mia miseria, *
    hai conosciuto le mie angosce;

non mi hai consegnato nelle mani del nemico, *
    hai guidato al largo i miei passi.

 
1 ant. Porgi a me il tuo orecchio, Signore,
vieni preso a liberarmi.
 

 
2 ant. Fa' splendere il tuo volto sul tuo servo,
Signore.
 

II (10-17)

Abbi pietà di me, Signore, sono nell'affanno; †
    per il pianto si struggono i miei occhi, *
    la mia anima e le mie viscere.

Si consuma nel dolore la mia vita, *
    i miei anni passano nel gemito;
inaridisce per la pena il mio vigore, *
    si dissolvono tutte le mie ossa.

Sono l'obbrobrio dei miei nemici,
        il disgusto dei miei vicini, †
    l'orrore dei miei conoscenti; *
    chi mi vede per strada mi sfugge.

Sono caduto in oblio come un morto, *
    sono divenuto un rifiuto.

Se odo la calunnia di molti, *
    il terrore mi circonda;
quando insieme contro di me congiurano, *
    tramano di togliermi la vita.

Ma io confido in te, Signore; †
    dico: «Tu sei il mio Dio,
    nelle tue mani sono i miei giorni».

Liberami dalla mano dei miei nemici, *
    dalla stretta dei miei persecutori:
fa' splendere il tuo volto sul tuo servo, *
    salvami per la tua misericordia.

 
2 ant. Fa' splendere il tuo volto sul tuo servo,
Signore.
 

 
3 ant. Benedetto il Signore:
il suo amore per me ha fatto meraviglie.
 

III (20-25)

Quanto è grande la tua bontà, Signore! *
    La riservi per coloro che ti temono,
ne ricolmi chi in te si rifugia *
    davanti agli occhi di tutti.

Tu li nascondi al riparo del tuo volto, *
    lontano dagli intrighi degli uomini;
li metti al sicuro nella tua tenda, *
    lontano dalla rissa delle lingue.

Benedetto il Signore, †
    che ha fatto per me meraviglie di grazia *
    in una fortezza inaccessibile.

Io dicevo nel mio sgomento: *
    «Sono escluso dalla tua presenza».
Tu invece hai ascoltato la voce della mia preghiera *
    quando a te gridavo aiuto.

Amate il Signore, voi tutti suoi santi; †
    il Signore protegge i suoi fedeli *
    e ripaga oltre misura l'orgoglioso.

Siate forti, riprendete coraggio, *
    o voi tutti che sperate nel Signore.

 
3 ant. Benedetto il Signore:
il suo amore per me ha fatto meraviglie.
 

VERSETTO

V. Quando sarà innalzato da terra,
R. attirerà a me ogni creatura.

PRIMA LETTURA

Dalla lettera agli Ebrei 10,19-39
 
Perseveranza nella fede. Attesa del giudizio

    Avendo, fratelli, piena fiducia di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, per questa via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne; avendo noi un sacerdote grande sopra la casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero in pienezza di fede, con il cuore purificato dalla cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha promesso.
    Cerchiamo anche di stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone, non disertando le nostre riunioni, come alcuni hanno l'abitudine di fare, ma esortandoci a vicenda; tanto più che potete vedere come il giorno si avvicina.
    Infatti, se pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la piena conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati, ma soltanto una terribile attesa del giudizio e la vampa di un fuoco pronto a divorare i ribelli. Quando qualcuno ha violato la legge di Mosè, viene messo a morte senza pietà sulla parola di due o tre testimoni (Dt 17,6).Pensate quanto maggiore sarà il castigo di cui sarà ritenuto meritevole chi avrà calpestato il Figlio di Dio e considerato profano quel sangue dell'alleanza dal quale è stato un giorno santificato e avrà disprezzato lo Spirito della grazia! Conosciamo infatti colui che ha detto: A me la vendetta! Io darò la retribuzione! (Dt 32,35). E ancora: Il Signore giudicherà il suo popolo (Dt 32,36). È terribile cadere nelle mani del Dio vivente!
    Richiamate alla memoria quei primi giorni nei quali, dopo essere stati illuminati, avete dovuto sopportare una grande e penosa lotta, ora esposti pubblicamente a insulti e tribolazioni, ora facendovi solidali con coloro che venivano trattati in questo modo. Infatti avete preso parte alle sofferenze dei carcerati e avete accettato con gioia di esser spogliati delle vostre sostanze, sapendo di possederei beni migliori e più duraturi. Non abbandonate dunque la vostra fiducia, alla quale è riservata una grande ricompensa. Avete solo bisogno di costanza, perché dopo aver fatto la volontà di Dio possiate raggiungere la promessa.
    Ancora un poco, infatti, un poco appena, e colui che deve venire, verrà e non tarderà. Il mio giusto vivrà mediante la fede; ma se indietreggia, la mia anima non si compiace in lui (Ab 2,3.4). Noi però non siamo di quelli che indietreggiano a loro perdizione, bensì uomini di fede per la salvezza della nostra anima.

RESPONSORIO                    Cfr. Eb 10,35.36; Lc 21,19

R. Non abbandonate la vostra fiducia. Avete solo bisogno di costanza: * fate la volontà di Dio, e otterrete la promessa.
V. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime:
R. fate la volontà di Dio, e otterrete la promessa..

SECONDA LETTURA

Dai «Discorsi» di Sant'Agostino, vescovo
 
(Disc. Guelf. 3; PLS 2,545-546)
Gloriamoci anche noi nella Croce del Signore

    La passione del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo è pegno sicuro di gloria e insieme ammaestramento di pazienza.
    Che cosa mai non devono aspettarsi dalla grazia di Dio i cuori dei fedeli! Infatti al Figlio unigenito di Dio, coeterno al Padre, sembrando troppo poco nascere uomo dagli uomini, volle spingersi fino al punto di morire quale uomo e proprio per mano di quegli uomini che aveva creato lui stesso.
    Gran cosa è ciò che ci viene promesso dal Signore per il futuro, ma è molto più grande quello che celebriamo ricordando quanto è già stato compiuto per noi. Dove erano e che cosa erano gli uomini, quando Cristo morì per i peccatori ? Come si può dubitare che egli darà ai suoi fedeli la sua vita, quando per essi, egli non ha esitato a dare anche la sua morte? Perché gli uomini stentano a credere che un giorno vivranno con Dio, quando già si è verificato un fatto molto più incredibile, quello di un Dio morto per gli uomini?
    Chi è infatti Cristo se non quel Verbo «che era in principio e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio»? (Gv 1,1). Ebbene questo Verbo di Dio «si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). Egli non aveva nulla in se stesso per cui potesse morire per noi, se non avesse preso da noi una carne mortale. In tal modo egli immortale poté morire, volendo dare la vita per i mortali. Rese partecipi della sua vita quelli di cui aveva condiviso la morte. Noi infatti non avevamo di nostro nulla da cui aver la vita, come lui nulla aveva da cui ricevere la morte. Donde lo stupefacente scambio: fece sua la nostra morte e nostra la sua vita. Dunque non vergogna, ma fiducia sconfinata e vanto immenso nella morte del Cristo.
    Prese su di se la morte che trovò in noi e così assicurò quella vita che da noi non può venire. Ciò che noi peccatori avevamo meritato per il peccato lo scontò colui che era senza peccato. E allora non ci darà ora quanto meritiamo per giustizia, lui che è l'artefice della giustificazione? Come non darà il premio dei santi, lui fedeltà personificata, che senza colpa sopportò la pena dei cattivi?
    Confessiamo perciò, o fratelli, senza timore, anzi proclamiamo che Cristo fu crocifisso per noi. Diciamolo, non già con timore, ma con gioia, non con rossore, ma con fierezza.
    L'apostolo Paolo lo comprese bene e lo fece valere come titolo di gloria. Poteva celebrare le più grandi e affascinanti imprese del Cristo. Poteva gloriarsi richiamando le eccelse prerogative del Cristo, presentandolo quale creatore del mondo in quanto Dio con il Padre, e quale padrone del mondo in quanto uomo simile a noi. Tuttavia non disse altro che questo: «Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo» (Gal 6,14).

RESPONSORIO                    

R. Adoriamo la tua croce, Signore, celebriamo la tua passione gloriosa: * per la tua passione e morte
abbi pietà di noi.
V. Ti preghiamo: aiuta i tuoi servi, che hai redento con il sangue prezioso:
R. per la tua passione e morte, abbi pietà di noi.

ORAZIONE

Guarda, Dio onnipotente, l'umanità sfinita per la sua debolezza mortale, e fa' che riprenda vita per la passione del tuo unico Figlio. Egli è Dio e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.