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Tempo di Quaresima

Lunedì terza settimana - Ufficio delle Letture

 

V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode

Gloria al Padre e al Figlio *
  e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre, *
  nei secoli dei secoli. Amen.

INNO

 
       Protesi alla gioia pasquale,
sulle orme di Cristo Signore,
seguiamo l'austero cammino
della santa Quaresima.

La legge e i profeti annunziarono
dei quaranta giorni il mistero;
Gesù consacrò nel deserto
questo tempo di grazia.

Sia parca e frugale la mensa,
sia sobria la lingua ed il cuore;
fratelli, è tempo di ascoltare
la voce dello Spirito.

Forti nella fede vigiliamo
contro le insidie del nemico:
ai servi fedeli è promessa
la corona di gloria.

Sia lode al Padre onnipotente,
al Figlio Gesù redentore,
allo Spirito Santo Amore,
nei secoli dei secoli. Amen.
 


 
1 ant. Viene il nostro Dio,
non si nasconde e non tace.
 

SALMO 49 Il culto gradito a Dio
Cristo non abolì il culto antico, ma lo portò alla sua perfezione, disse infatti: Non sono venuto per abolire, ma per dare compimento (cfr. Mt 5,17)
I (1-6)

Parla il Signore, Dio degli dèi, *
    convoca la terra da oriente a occidente.
Da Sion, splendore di bellezza, *
    Dio rifulge.

Viene il nostro Dio e non sta in silenzio; †
    davanti a lui un fuoco divorante, *
    intorno a lui si scatena la tempesta.

Convoca il cielo dall'alto *
    e la terra al giudizio del suo popolo:

«Davanti a me riunite i miei fedeli, *
    che hanno sancito con me l'alleanza
        offrendo un sacrificio».

Il cielo annunzi la sua giustizia, *
    Dio è il giudice.

 
1 ant. Viene il nostro Dio,
non si nasconde e non tace.
 

 
2 ant. Offri a Dio un sacrificio di lode.
 

II (7-15)

«Ascolta, popolo mio, voglio parlare, †
    testimonierò contro di te, Israele: *
    Io sono Dio, il tuo Dio.

Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici; *
    i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti.
Non prenderò giovenchi dalla tua casa, *
    né capri dai tuoi recinti.

Sono mie tutte le bestie della foresta, *
    animali a migliaia sui monti.
Conosco tutti gli uccelli del cielo, *
    è mio ciò che si muove nella campagna.

Se avessi fame, a te non lo direi: *
    mio è il mondo e quanto contiene.
Mangerò forse la carne dei tori, *
    berrò forse il sangue dei capri?

Offri a Dio un sacrificio di lode *
    e sciogli all'Altissimo i tuoi voti;
invocami nel giorno della sventura: *
    ti salverò e tu mi darai gloria».

 
2 ant. Offri a Dio un sacrificio di lode.
 

 
3 ant. Amore voglio, non sacrifici;
non offerte, ma comunione con me,
dice il Signore.
 

III (16-23)

All'empio dice Dio: †
    «Perché vai ripetendo i miei decreti *
    e hai sempre in bocca la mia alleanza,

tu che detesti la disciplina *
    e le mie parole te le getti alle spalle?
Se vedi un ladro, corri con lui; *
    e degli adùlteri ti fai compagno.

Abbandoni la tua bocca al male *
    e la tua lingua ordisce inganni.
Ti siedi, parli contro il tuo fratello, *
    getti fango contro il figlio di tua madre.

Hai fatto questo e dovrei tacere? †
    forse credevi ch'io fossi come te! *
    Ti rimprovero: ti pongo innanzi i tuoi peccati».

Capite questo voi che dimenticate Dio, *
    perché non mi adiri e nessuno vi salvi.

Chi offre il sacrificio di lode, questi mi onora, †
    a chi cammina per la retta via *
    mostrerò la salvezza di Dio.

 
3 ant. Amore voglio, non sacrifici;
non offerte, ma comunione con me,
dice il Signore.
 

VERSETTO

V. Convertitevi, e credete al Vangelo:
R. il regno di Dio è vicino.

PRIMA LETTURA

Dal libro dell'Esodo 24,1-18
 
Il patto di alleanza sul monte Sinai

    Un giorno il Signore disse a Mosè: «Sali verso il Signore tu e Aronne, Nadab e Abiu e insieme settanta anziani d'Israele; voi vi prostrerete da lontano, Mosè avanzerà solo verso il Signore, ma gli altri non si avvicineranno e il popolo non salirà con lui».
    Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose insieme e disse: «Tutti i comandi che ha dati il Signore, noi li eseguiremo!».
    Mosè scrisse tutte le parole del Signore, poi si alzò di buon mattino e costruì un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d'Israele Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore.
    Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l'altra metà sull'altare.
    Quindi prese il libro dell'alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto il Signore ha ordinato, noi lo faremo e lo eseguiremo!».
    Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell'alleanza, che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!».
    Mosè salì con Aronne, Nadab, Abiu e i settanta anziani di Israele. Essi videro il Dio d'Israele: sotto i suoi piedi vi era come un pavimento in lastre di zaffiro, simile in purezza al cielo stesso. Contro i privilegiati degli Israeliti non stese la mano: essi videro Dio e tuttavia mangiarono e bevvero.
    Il Signore disse a Mosè: «Sali verso di me sul monte e rimani lassù: io ti darò le tavole di pietra, la legge e i comandamenti che io ho scritto per istruirli».
    Mosè si alzò con Giosuè, suo aiutante, e salì sul monte di Dio. Agli anziani aveva detto: «Restate qui ad aspettarci, fin quando torneremo da voi; ecco avete con voi Aronne e Cur: chiunque avrà una questione si rivolgerà a loro».
    Mosè salì dunque sul monte e la nube coprì il monte.
    La Gloria del Signore venne a dimorare sul monte Sinai e la nube lo coprì per sei giorni. Al settimo giorno il Signore chiamò Mosè dalla nube.
    La Gloria del Signore appariva agli occhi degli Israeliti come fuoco divorante sulla cima della montagna. Mosè entrò dunque in mezzo alla nube e salì sul monte. Mosè rimase sul monte quaranta giorni e quaranta notti.

RESPONSORIO                    Cfr. Sir 45,5.6; At 7,38

R. Dio fece udire a Mosè la sua voce, lo introdusse nella nube oscura e gli diede, faccia a faccia, i comandamenti, legge di vita e di intelligenza, * perché spiegasse a Giacobbe la sua alleanza, a Israele i suoi decreti.
V. Mentre il popolo era radunato nel deserto, egli fu mediatore tra l'angelo che gli parlava sul monte Sinai e i nostri padri,
R. perché spiegasse a Giacobbe la sua alleanza, a Israele i suoi decreti.

SECONDA LETTURA

Dalle «Omelie» di san Basilio Magno, vescovo
 
(Om. 20 sull'umiltà, c. 3; PG 31,530-531)
Chi si gloria si glori nel Signore

    Il sapiente non si glori della sua sapienza, né il forte della sua forza, né il ricco delle sue ricchezze (cfr. Ger 9,22-23). Ma allora qual è la vera gloria, e in che cosa è grande l'uomo? Dice la Scrittura: In questo si glori colui che si gloria: se conosce e capisce che io sono il Signore.
    La grandezza dell'uomo, la sua gloria e la sua maestà consistono nel conoscere ciò che è veramente grande, nell'attaccarsi ad esso e nel chiedere la gloria dal Signore della gloria. Dice infatti l'Apostolo: «Colui che si gloria, si glori nel Signore» e lo dice nel seguente contesto: «Cristo è stato costituito da Dio per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione, affinché come sta scritto: Chi si gloria si glori nel Signore» (1Cor 1,31). Il perfetto e pieno gloriarsi in Dio, si verifica quando uno non si esalta per la sua giustizia, ma sa di essere destituito della vera giustizia e comprende di essere stato giustificato nella sola fede in Cristo. E proprio in questo si gloria Paolo, il quale disprezza la propria giustizia, e cerca quella che viene da Dio per mezzo di Gesù Cristo cioè la giustizia nella fede. Conosce lui e la potenza della sua risurrezione, partecipa alle sue sofferenze, è reso conforme alla morte di lui per arrivare in quanto possibile alla risurrezione dai morti.
    Cade ogni alterigia e ogni superbia. Niente ti è rimasto su cui poterti gloriare, o uomo, poiché la tua gloria e la tua speranza sono situate in lui, perché sia mortificato tutto quello che è tuo e tu possa ricercare la vita futura in Cristo. Abbiamo già le primizie di quella vita, ci troviamo già in essa e viviamo ormai del tutto nella grazia e nel dono di Dio. Dio è lui «che suscita in noi il volere e l'operare secondo i suoi benevoli disegni» (Fil 2,13).
    È ancora Dio che, per mezzo del suo Spirito, rivela la sua sapienza destinata alla nostra gloria.
    Dio ci dà la forza e il vigore nelle fatiche. «Ho faticato più di tutti loro» dice Paolo: «non io però, ma la grazia di Dio che è con me» (1Cor 15,10).
    Dio scampa dai pericoli al di là di ogni speranza umana. «Noi», dice, «abbiamo ricevuto su di noi la sentenza di morte, per imparare a non riporre fiducia in noi stessi, ma nel Dio che risuscita i morti. Da quella morte egli ci ha liberati e ci libererà per la speranza che abbiamo riposto in lui che ci libererà ancora» (2Cor 1,10).

RESPONSORIO                    Cfr. Sap 15,3; Gv 17,3

R. Conoscerti, o Dio, è giustizia perfetta, * conoscere la tua potenza e radice di vita immortale.
V. Questa è la vita eterna: che conosciamo te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo;
R. conoscere la tua potenza è radice di vita immortale.

ORAZIONE

    Con la tua continua misericordia, Signore, purifica e rafforza la tua Chiesa, e poiché non può sostenersi senza di te, non privarla mai della tua guida. Per il nostro Signore.