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20 Settembre

Andrea Kim Taegon, sacerdote e Paolo Chong Hasang e compagni, martiri

Ufficio delle Letture

 

V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode

Gloria al Padre e al Figlio *
  e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre, *
  nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

INNO

 
       Gerusalemme nuova,
immagine di pace,
costruita per sempre
nell'amore del Padre.

Tu discendi dal cielo
come vergine sposa,
per congiungerti a Cristo
nelle nozze eterne.

Dentro le tue mura,
risplendenti di luce,
si radunano in festa
gli amici del Signore:

pietre vive e preziose,
scolpite dallo Spirito
con la croce e il martirio
per la città dei santi.

Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.
 


 
1 ant. La tua destra, Signore,
e la luce del tuo volto,
fanno salvato i nostri padri.
 

SALMO 43 Il popolo di Dio nella sventura
In tutte le tribolazioni noi siamo più che vincitori, per virtù di colui che ci ha amati (Rm 8,37)
I (2-9)

Dio, con i nostri orecchi abbiamo udito, †
    i nostri padri ci hanno raccontato *
l'opera che hai compiuto ai loro giorni, *
    nei tempi antichi.

Tu per piantarli, con la tua mano
    hai sradicato le genti, *
    per far loro posto, hai distrutto i popoli.

Poiché non con la spada conquistarono la terra, *
    né fu il loro braccio a salvarli;

ma il tuo braccio e la tua destra
    e la luce del tuo volto, *
    perché tu li amavi.

Sei tu il mio re, Dio mio, *
    che decidi vittorie per Giacobbe.
Per te abbiamo respinto i nostri avversari *
    nel tuo nome abbiamo annientato
        i nostri aggressori.

Infatti nel mio arco non ho confidato *
    e non la mia spada mi ha salvato,
ma tu ci hai salvati dai nostri avversari, *
    hai confuso i nostri nemici.

In Dio ci gloriamo ogni giorno, *
    celebrando senza fine il tuo nome.

 
1 ant. La tua destra, Signore,
e la luce del tuo volto,
fanno salvato i nostri padri.
 

 
2 ant. Il Signore non vi nasconde il suo volto,
se voi tornate a lui.
 

II (10-17)

Ma ora ci hai respinti e coperti di vergogna, *
    e più non esci con le nostre schiere.

Ci hai fatti fuggire di fronte agli avversari *
    e i nostri nemici ci hanno spogliati.
Ci hai consegnati come pecore da macello, *
    ci hai dispersi in mezzo alle nazioni.

Hai venduto il tuo popolo per niente, *
    sul loro prezzo non hai guadagnato.
Ci hai resi ludibrio dei nostri vicini, *
    scherno e obbrobrio a chi ci sta intorno.

Ci hai resi la favola dei popoli, *
    su di noi le nazioni scuotono il capo.
L'infamia mi sta sempre davanti *
    e la vergogna copre il mio volto

per la voce di chi insulta e bestemmia, *
    davanti al nemico che brama vendetta.

 
2 ant. Il Signore non vi nasconde il suo volto,
se voi tornate a lui.
 

 
3 ant. Dèstati, Signore,
non respingerci per sempre.
 

III (18-27)

Tutto questo ci è accaduto †
    e non ti avevamo dimenticato, *
    non avevamo tradito la tua alleanza.

Non si era volto indietro il nostro cuore, *
    i nostri passi non avevano lasciato il tuo sentiero;
ma tu ci hai abbattuti in un luogo di sciacalli *
    e ci hai avvolti di ombre tenebrose.

Se avessimo dimenticato il nome del nostro Dio *
    e teso le mani verso un dio straniero,
forse che Dio non lo avrebbe scoperto, *
    lui che conosce i segreti del cuore?

Per te ogni giorno siamo messi a morte, *
    stimati come pecore da macello.

Svègliati, perché dormi, Signore? *
    Dèstati, non ci respingere per sempre.
Perché nascondi il tuo volto, *
    dimentichi la nostra miseria e oppressione?

Poiché siamo prostrati nella polvere, *
    il nostro corpo è steso a terra.
Sorgi, vieni in nostro aiuto; *
    salvaci per la tua misericordia.

 
3 ant. Dèstati, Signore,
non respingerci per sempre.
 

VERSETTO

V. L'anima mia attende il Signore
R. è lui il nostro aiuto e il nostro scudo.

PRIMA LETTURA

Dalla lettera ai Romani di san Paolo, apostolo 8, 18-39
 
Nulla potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù

    Fratelli, io ritengo che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi.
    La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Poiché nella speranza noi siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se visto, non è più speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe ancora sperarlo? Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza.
    Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.
    Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.
    Che diremo dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica. Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi?
    Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Proprio come sta scritto: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello.
    Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.

RESPONSORIO                    Lc 6, 27; Mt 5, 44-45. 48

R. Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, e pregate per i vostri persecutori, * per essere figli del Padre vostro celeste.
V. Siate perfetii, come è perfetto il Padre,
R. per essere figli del Padre vostro celeste.

SECONDA LETTURA

Dall'ultima esortazione di sant'Andrea Kim Taegòn, prete e martire
 
(Cfr. Pro Corea. Documenta ed. Mission Catholique Séoul, Séoul - Paris 1938, vol. 1,74-75)
Una fede suggellata dall'amore e dalla perseveranza

    Fratelli e amici carissimi, pensate e ripensate: all'inizio dei tempi Dio creò il cielo e la terra (cfr. Gn 1,1) e tutte le cose; chiedetevi il perché e con quale disegno abbia plasmato in modo così singolare l'uomo a sua immagine e somiglianza.
    Se dunque in questo mondo pieno di pericoli e di miseria non riconoscessimo il Signore come creatore, a nulla ci gioverebbe esser nati e rimanere vivi. Se per grazia di Dio siamo venuti al mondo, pure per la sua grazia abbiamo ricevuto il battesimo e siamo entrati nella Chiesa; e così, divenuti discepoli del Signore, portiamo un nome glorioso. Ma a che cosa gioverebbe avere un così grande nome senza la coerenza della vita? Vano sarebbe esser nati ed entrati nella Chiesa; anzi sarebbe un tradire il Signore e la sua grazia. Meglio sarebbe non esser nati che aver ricevuto la grazia del Signore e peccare contro di lui.
    Guardate l'agricoltore che semina nel campo (cfr. Gc 5,7-8): a tempo opportuno ara la terra, poi la concima e stimando un niente la fatica portata sotto il sole, coltiva il seme prezioso. Quando le spighe sono mature e giunge il tempo della mietitura, il suo cuore, dimenticando fatica e sudore, si rallegra ed esulta per la felicità. Se invece le spighe sono vuote e non gli resta altro che paglia e pula, il contadino, ricordando il duro lavoro e il sudore, quanto più aveva coltivato quel campo, tanto più lo lascerà in abbandono.
    Similmente ha fatto il Signore con noi: la terra è il suo campo, noi uomini i germogli, la grazia il concime. Mediante la sua incarnazione e redenzione egli ci ha irrigato con il suo sangue, perché potessimo crescere e giungere a maturazione.
    Quando nel giorno del giudizio verrà il tempo di raccogliere, colui che sarà trovato maturo nella grazia, godrà nel regno dei cieli come figlio adottivo di Dio: ma chi sarà rimasto senza frutto, pur essendo stato figlio adottivo, diventerà nemico e sarà punito in eterno come merita.
    Fratelli carissimi, sappiate con certezza che il Signore nostro Gesù, venuto nel mondo, ha preso su di sé dolori innumerevoli, con la sua passione ha fondato la santa Chiesa e la fa crescere con le prove e il martirio dei fedeli. Sebbene le potenze del mondo la opprimano e la combattano, tuttavia non potranno mai prevalere. Dopo l'Ascensione di Gesù, dal tempo degli Apostoli fino ai nostri giorni, in ogni parte della terra la santa Chiesa cresce in mezzo alle tribolazioni.
    Così nel corso dei cinquanta o sessanta anni da quando la santa Chiesa è entrata nella nostra Corea, i fedeli hanno dovuto affrontare più volte la persecuzione e oggi infuria più che mai. Perciò numerosi amici nella stessa fede, anch'io fra essi, sono stati gettati in carcere e voi pure rimanete in mezzo alla tribolazione. Se è vero che formiamo un solo corpo, come non saremo rattristati nell'intimo dei nostri cuori? Come non sperimenteremo secondo il sentimento umano il dolore della separazione?
    Tuttavia, come dice la Scrittura, Dio ha cura del più piccolo capello del capo (cfr. Mt 10,30) e ne tiene conto nella sua onniscienza; come dunque potrà essere considerata una così violenta persecuzione se non una disposizione divina, un premio oppure una pena?
    Abbracciate dunque la volontà di Dio e con tutto il cuore sostenete il combattimento per Gesù, re dei cielo; anche voi vincerete il dèmone di questo mondo, già sconfitto da Cristo.
    Vi scongiuro: non trascurate l'amore fraterno, ma aiutatevi a vicenda; e fino a quando il Signore vi userà misericordia allontanando la tribolazione, perseverate.
    Qui siamo in venti, e per grazia di Dio stiamo ancora tutti bene. Se qualcuno verrà ucciso, vi supplico di avere cura della sua famiglia.
    Avrei ancora molte cose da dire, ma come posso esprimerle con la penna e la carta? Termino la mia lettera. Essendo ormai vicini al combattimento io vi prego di camminare nella fedeltà; e alla fine nel cielo, ci rallegreremo insieme.
    Vi bacio per l'ultima volta in segno del mio amore.

RESPONSORIO                    Cfr. 2Cor 6,9-10

R. Questi sono i martiri, testimoni di Cristo; non temendo le minacce lodarono il Signore. * Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani.
V. Siamo ritenuti sconosciuti, eppure siamo notissimi; moribondi ed ecco viviamo; gente che non ha nulla e invece possediamo tutto.
R. Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani.

ORAZIONE

    O Dio, creatore e salvezza di tutte le genti, che hai chiamato a far parte dell'unico popolo di adozione i figli della terra coreana e hai fecondato il germe della fede cattolica con il sangue dei santi martiri Andrea Kim, Paolo Chong e compagni, per il loro esempio e la loro intercessione, rinnova i prodigi del tuo Spirito e concedi anche a noi di perseverare fino alla morte nella via dei tuoi comandamenti. Per il nostro Signore.