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1 Giugno - San Giustino martire

Ufficio delle Letture

 

V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode

Gloria al Padre e al Figlio *
  e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre, *
  nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

INNO

 

       Gerusalemme nuova,
immagine di pace,
costruita per sempre
nell'amore del Padre.

Tu discendi dal cielo
come vergine sposa,
per congiungerti a Cristo
nelle nozze eterne.

Dentro le tue mura,
risplendenti di luce,
si radunano in festa
gli amici del Signore:

pietre vive e preziose,
scolpite dallo Spirito
con la croce e il martirio
per la città dei santi.

Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.
 


 
1 ant. I nostri padri ci hanno raccontato,
la forza e i prodigi del Signore.
 

SALMO 77,1-39 Infedeltà del popolo e fedeltà di Dio
Ciò avvenne come esempio per noi (1Cor 10,6)
I (1-16)

Popolo mio, porgi l'orecchio al mio insegnamento, *
    ascolta le parole della mia bocca.
Aprirò la mia bocca in parabole, *
    rievocherò gli arcani dei tempi antichi.

Ciò che abbiamo udito e conosciuto †
    e i nostri padri ci hanno raccontato, *
    non lo terremo nascosto ai loro figli;

diremo alla generazione futura †
    le lodi del Signore, la sua potenza *
    e le meraviglie che egli ha compiuto.

Ha stabilito una testimonianza in Giacobbe, *
    ha posto una legge in Israele:

ha comandato ai nostri padri
    di farle conoscere ai loro figli, †
perché le sappia la generazione futura, *
    i figli che nasceranno.

Anch'essi sorgeranno a raccontarlo ai loro figli *
    perché ripongano in Dio la loro fiducia
e non dimentichino le opere di Dio, *
    ma osservino i suoi comandi.

Non siano come i loro padri, *
    generazione ribelle e ostinata,
generazione dal cuore incostante *
    e dallo spirito infedele a Dio.

(I figli di Efraim, valenti tiratori d'arco, *
    voltarono le spalle nel giorno della lotta.)

Non osservarono l'alleanza di Dio, *
    rifiutando di seguire la sua legge.

Dimenticarono le sue opere, *
    le meraviglie che aveva loro mostrato.
Aveva fatto prodigi davanti ai loro padri, *
    nel paese d'Egitto, nei campi di Tanis.

Divise il mare e li fece passare *
    e fermò le acque come un argine.
Li guidò con una nube di giorno *
    e tutta la notte con un bagliore di fuoco.

Spaccò le rocce nel deserto *
    e diede loro da bere come dal grande abisso.
Fece sgorgare ruscelli dalla rupe *
    e scorrere l'acqua a torrenti.

 
1 ant. I nostri padri ci hanno raccontato,
la forza e i prodigi del Signore.
 

 
2 ant. Hanno mangiato il pane del cielo,
hanno bevuto l'acqua della roccia.
 

II (17-31)

Popolo mio, porgi l'orecchio al mio insegnamento, *
    ascolta le parole della mia bocca.
Aprirò la mia bocca in parabole, *
    rievocherò gli arcani dei tempi antichi.

Ciò che abbiamo udito e conosciuto †
    e i nostri padri ci hanno raccontato, *
    non lo terremo nascosto ai loro figli;

diremo alla generazione futura †
    le lodi del Signore, la sua potenza *
    e le meraviglie che egli ha compiuto.

Ha stabilito una testimonianza in Giacobbe, *
    ha posto una legge in Israele:

ha comandato ai nostri padri
        di farle conoscere ai loro figli, †
    perché le sappia la generazione futura, *
    i figli che nasceranno.

Anch'essi sorgeranno a raccontarlo ai loro figli *
    perché ripongano in Dio la loro fiducia
e non dimentichino le opere di Dio, *
    ma osservino i suoi comandi.

Non siano come i loro padri, *
    generazione ribelle e ostinata,
generazione dal cuore incostante *
    e dallo spirito infedele a Dio.

(I figli di Efraim, valenti tiratori d'arco, *
    voltarono le spalle nel giorno della lotta.)

Non osservarono l'alleanza di Dio, *
    rifiutando di seguire la sua legge.

Dimenticarono le sue opere, *
    le meraviglie che aveva loro mostrato.
Aveva fatto prodigi davanti ai loro padri, *
    nel paese d'Egitto, nei campi di Tanis.

Divise il mare e li fece passare *
    e fermò le acque come un argine.
Li guidò con una nube di giorno *
    e tutta la notte con un bagliore di fuoco.

Spaccò le rocce nel deserto *
    e diede loro da bere come dal grande abisso.
Fece sgorgare ruscelli dalla rupe *
    e scorrere l'acqua a torrenti.

 
2 ant. Hanno mangiato il pane del cielo,
hanno bevuto l'acqua della roccia.
 

 
3 ant. Si ricordano
che Dio libera e salva il suo popolo.
 

III (32-39)

Con tutto questo continuarono a peccare *
    e non credettero ai suoi prodigi.
Allora dissipò come un soffio i loro giorni *
    e i loro anni con strage repentina.

Quando li faceva perire, lo cercavano, *
    ritornavano e ancora si volgevano a Dio;
ricordavano che Dio è loro rupe, *
    e Dio, l'Altissimo, il loro salvatore;

lo lusingavano con la bocca *
    e gli mentivano con la lingua;
il loro cuore non era sincero con lui *
    e non erano fedeli alla sua alleanza.

Ed egli, pietoso, perdonava la colpa, *
    li perdonava invece di distruggerli.

Molte volte placò la sua ira *
    e trattenne il suo furore,
ricordando che essi sono carne, *
    un soffio che va e non ritorna.

 
3 ant. Si ricordano
che Dio libera e salva il suo popolo.
 

VERSETTO

V. Mi afferra l'angoscia e l'oppressione,
R. ma la tua parola mi sostiene.

PRIMA LETTURA

Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo, apostolo 4,7-5,8
 
Nei martiri si manifesta la potenza di Dio

    Fratelli, noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo esposti alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella nostra carne mortale. Di modo che in noi opera la morte, ma in voi la vita.
    Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, ancora più abbondante ad opera di un maggior numero, moltiplichi l'inno di lode alla gloria di Dio. Per questo non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili sono eterne.
    Sappiamo infatti che quando verrà disfatto questo corpo, nostra abitazione sulla terra, riceveremo un'abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mani di uomo, nei cieli. Perciò sospiriamo in questo nostro stato, desiderosi di rivestirci del nostro corpo celeste: a condizione però di esser trovati già vestiti, non nudi. In realtà quanti siamo in questo corpo, sospiriamo come sotto un peso, non volendo venire spogliati ma sopravvestiti, perché ciò che è mortale venga assorbito dalla vita. È Dio che ci ha fatti per questo e ci ha dato la caparra dello Spirito.
    Così, dunque, siamo sempre pieni di fiducia e sapendo che finché abitiamo nel corpo siamo in esilio lontano dal Signore, camminiamo nella fede e non ancora in visione. Siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo ed abitare presso il Signore.

RESPONSORIO                    Mt 5,11.12a.10

R. Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno per causa mia. * Rallegratevi ed esultate: grande è la vostra ricompensa nei cieli.
V. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
R. Rallegratevi ed esultate: grande è la vostra ricompensa nei cieli.

SECONDA LETTURA

Dagli «Atti del martirio» dei santi Giustino e Compagni
 
(Cap. 1-5; cfr. PG 6,1366-1371)
Ho aderito alla vera dottrina

    Dopo il loro arresto, i santi furono condotti dal prefetto di Roma di nome Rustico. Comparsi davanti al tribunale, il prefetto Rustico disse a Giustino: «Anzitutto credi agli dèi e presta ossequio agli imperatori».
    Giustino disse: «Di nulla si può biasimare o incolpare chi obbedisce ai comandamenti del Salvatore nostro Gesù Cristo».
    Il prefetto Rustico disse: «Quale dottrina professi?». Giustino rispose: «Ho tentato di imparare tutte le filosofie, poi ho aderito alla vera dottrina, a quella dei cristiani, sebbene questa non trovi simpatia presso coloro che sono irretiti dall'errore».
    Il prefetto Rustico disse: «E tu miserabile, trovi gusto in quella dottrina?». Giustino rispose: «Sì, perché io la seguo con retta fede».
    Il prefetto Rustico disse: «E qual è questa dottrina?». Giustino rispose: «Quella di adorare il Dio dei cristiani, che riteniamo unico creatore e artefice, fin da principio, di tutto l'universo, delle cose visibili e invisibili; e inoltre il Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, che fu preannunziato dai profeti come colui che doveva venire tra gli uomini araldo di salvezza e maestro di buone dottrine. E io, da semplice uomo, riconosco di dire ben poco di fronte alla sua infinita Deità. Riconosco che questa capacità è propria dei profeti che preannunziarono costui che poco fa ho detto essere Figlio di Dio. So bene infatti che i profeti per divina ispirazione predissero la sua venuta tra gli uomini».
    Rustico disse: «Sei dunque cristiano?». Giustino rispose: «Sì, sono cristiano».
    Il Prefetto disse a Giustino: «Ascolta, tu che sei ritenuto sapiente e credi di conoscere la vera dottrina; se dopo di essere stato flagellato sarai decapitato, ritieni di salire al cielo?». Giustino rispose. «Spero di entrare in quella dimora se soffrirò questo. Io so infatti che per tutti coloro che avranno vissuto santamente, è riservato il favore divino sino alla fine del mondo intero».
    Il prefetto Rustico disse: «Tu dunque ti immagini di salire al cielo, per ricevere una degna ricompensa?». Rispose Giustino: «Non me l'immagino, ma lo so esattamente e ne sono sicurissimo».
    Il prefetto Rustico disse: «Orsù torniamo al discorso che ci siamo proposti e che urge di più. Riunitevi insieme e sacrificate concordemente agli dèi». Giustino rispose: «Nessuna che sia sano di mente passerà dalla pietà all'empietà».
    Il prefetto Rustico disse: «Se non ubbidirete ai miei ordini, sarete torturati senza misericordia». Giustino rispose: «Abbiamo fiducia di salvarci per nostro Signore Gesù Cristo se saremo sottoposti alla pena, perché questo ci darà salvezza e fiducia davanti al tribunale più temibile e universale del nostro Signore e Salvatore».
    Altrettanto dissero anche tutti gli altri martiri: «Fa' quello che vuoi; noi siamo cristiani e non sacrifichiamo agli idoli».
    Il Prefetto Rustico pronunziò la sentenza dicendo: «Coloro che non hanno voluto sacrificare agli dèi e ubbidire all'ordine dell'imperatore, dopo essere stati flagellati siano condotti via per essere decapitati a norma di legge».
    I santi martiri glorificando Dio, giunti al luogo solito, furono decapitati e portarono a termine la testimonianza della loro professione di fede nel Salvatore.

RESPONSORIO                    At 20,21.24; Rm 1,16

R. Non mi sono mai sottratto a ciò che poteva essere utile, al fine di predicare il Signore nostro Gesù Cristo. * Questo è il servizio che mi fu affidato: rendere testimonianza al messaggio della grazia di Dio.
V. Io non mi vergogno del vangelo, poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco.
R. Questo è il servizio che mi fu affidato: rendere testimonianza al messaggio della grazia di Dio.


ORAZIONE

    O Dio, che hai donato al santo martire Giustino una mirabile conoscenza del mistero del Cristo, attraverso la sublime follia della croce, per la sua intercessione allontana da noi le tenebre dell'errore e confermaci nella professione della vera fede. Per il nostro Signore.