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Tempo di Avvento

Lunedì seconda settimana - Ufficio delle Letture

 

V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode

Gloria al Padre e al Figlio *
  e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre, *
  nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

INNO

 
       Verbo, splendore del Padre,
nella pienezza dei tempi
tu sei disceso dal cielo,
per redimere il mondo.

Il tuo Vangelo di pace
ci liberi da ogni colpa,
infonda la luce alle menti
speranza al nostri cuori

Quando verrai come giudice,
fra gli splendori del cielo,
accoglici alla tua destra
nell'assemblea dei beati.

Sia lode al Cristo Signore,
al Padre e al Santo Spirito,
com'era nel principio,
ora e nei secoli eterni. Amen.
 


 
1 ant. Porgi a me il tuo orecchio, Signore,
vieni preso a liberarmi.
 

SALMO 30,2-17.20-25 Supplica fiduciosa nell'afflizione
Padre nelle tue mani consegno il mio spirito (Lc 23,46)
I (2-9)

In te, Signore, mi sono rifugiato, †
    mai sarò deluso; *
    per la tua giustizia salvami.

Porgi a me l'orecchio, *
    vieni presto a liberarmi.
Sii per me la rupe che mi accoglie, *
    la cinta di riparo che mi salva.

Tu sei la mia roccia e il mio baluardo, *
    per il tuo nome dirigi i miei passi.
Scioglimi dal laccio che mi hanno teso, *
    perché sei tu la mia difesa.

Mi affido alle tue mani; *
    tu mi riscatti, Signore, Dio fedele.
Tu detesti chi serve idoli falsi, *
    ma io ho fede nel Signore.

Esulterò di gioia per la tua grazia, †
    perché hai guardato alla mia miseria, *
    hai conosciuto le mie angosce;

non mi hai consegnato nelle mani del nemico, *
    hai guidato al largo i miei passi.

 
1 ant. Porgi a me il tuo orecchio, Signore,
vieni preso a liberarmi.
 

 
2 ant. Fa' splendere il tuo volto sul tuo servo,
Signore.
 

II (10-17)

Abbi pietà di me, Signore, sono nell'affanno; †
    per il pianto si struggono i miei occhi, *
    la mia anima e le mie viscere.

Si consuma nel dolore la mia vita, *
    i miei anni passano nel gemito;
inaridisce per la pena il mio vigore, *
    si dissolvono tutte le mie ossa.

Sono l'obbrobrio dei miei nemici,
        il disgusto dei miei vicini, †
    l'orrore dei miei conoscenti; *
    chi mi vede per strada mi sfugge.

Sono caduto in oblio come un morto, *
    sono divenuto un rifiuto.

Se odo la calunnia di molti, *
    il terrore mi circonda;
quando insieme contro di me congiurano, *
    tramano di togliermi la vita.

Ma io confido in te, Signore; †
    dico: «Tu sei il mio Dio,
    nelle tue mani sono i miei giorni».

Liberami dalla mano dei miei nemici, *
    dalla stretta dei miei persecutori:
fa' splendere il tuo volto sul tuo servo, *
    salvami per la tua misericordia.

 
2 ant. Fa' splendere il tuo volto sul tuo servo,
Signore.
 

 
3 ant. Benedetto il Signore:
il suo amore per me ha fatto meraviglie.
 

III (20-25)

Quanto è grande la tua bontà, Signore! *
    La riservi per coloro che ti temono,
ne ricolmi chi in te si rifugia *
    davanti agli occhi di tutti.

Tu li nascondi al riparo del tuo volto, *
    lontano dagli intrighi degli uomini;
li metti al sicuro nella tua tenda, *
    lontano dalla rissa delle lingue.

Benedetto il Signore, †
    che ha fatto per me meraviglie di grazia *
    in una fortezza inaccessibile.

Io dicevo nel mio sgomento: *
    «Sono escluso dalla tua presenza».
Tu invece hai ascoltato la voce della mia preghiera *
    quando a te gridavo aiuto.

Amate il Signore, voi tutti suoi santi; †
    il Signore protegge i suoi fedeli *
    e ripaga oltre misura l'orgoglioso.

Siate forti, riprendete coraggio, *
    o voi tutti che sperate nel Signore.

 
3 ant. Benedetto il Signore:
il suo amore per me ha fatto meraviglie.
 

VERSETTO

V. Mostraci, Signore, la tua misericordia
R. e donaci la tua salvezza.

PRIMA LETTURA

Dal libro del profeta Isaia 24,1-18
 
Il Signore si manifesterà nel suo giorno e la città del caos sarà distrutta

Ecco che il Signore spacca la terra,
la squarcia e ne sconvolge la superficie
e ne disperde gli abitanti.
Avverrà lo stesso al popolo come al sacerdote,
allo schiavo come al suo padrone,
alla schiava come alla sua padrona,
al compratore come al venditore,
al creditore come al debitore,
a chi riceve come a chi dà in prestito.
Sarà tutta spaccata la terra,
sarà tutta saccheggiata,
perché il Signore ha pronunziato questa parola.
È in lutto, languisce la terra;
è squallido, languisce il mondo,
il cielo con la terra perisce.
La terra è stata profanata dai suoi abitanti,
perché hanno trasgredito le leggi,
hanno disobbedito al decreto,
hanno infranto l'alleanza eterna.
Per questo la maledizione divora la terra,
i suoi abitanti ne scontano la pena;
per questo sono bruciati gli abitanti della terra
e sono rimasti solo pochi uomini.
Lugubre è il mosto, la vigna languisce,
gemono tutti.
È cessata la gioia dei timpani,
è finito il chiasso dei gaudenti,
è cessata la gioia della cetra.
Non si beve più il vino tra i canti,
la bevanda inebriante è amara per chi la beve.
È distrutta la città del caos,
è chiuso l'ingresso di ogni casa.
Per le strade si lamentano, perché non c'è vino;
ogni gioia è scomparsa,
se ne è andata la letizia dal paese.
Nella città è rimasta la desolazione;
la porta è stata abbattuta, fatta a pezzi.
Perché così accadrà nel centro della terra,
in mezzo ai popoli,
come quando si bacchiano le ulive,
come quando si racimola, finita la vendemmia.
Quelli alzeranno la voce, acclameranno
alla maestà del Signore.
Gridano dal mare:
«Acclamate, pertanto, popoli!
Voi in oriente, glorificate il Signore,
nelle isole del mare, il nome del Signore, Dio d'Israele.
Dagli angoli estremi della terra
abbiamo udito il canto:
Gloria al giusto».
Ma io dico: «Guai a me!
Guai a me! Ohimè!».
I perfidi agiscono perfidamente,
i perfidi operano con perfidia.
Terrore, fosse e laccio
ti sovrastano, o abitante della terra.
Chi fugge al grido di terrore
cadrà nella fossa,
chi risale dalla fossa
sarà preso nel laccio.
Le cateratte dall'alto si aprono
e si scuotono le fondamenta della terra.

RESPONSORIO                    Is 24,14.15; Sal 95,1

R. Alzeranno la voce con canti di lode: * da oriente e da occidente, date gloria al Signore.
V. Cantate al Signore un canto nuovo; da tutta la terra cantate al Signore;
R. da oriente e da occidente, date gloria al Signore.

SECONDA LETTURA

Dal trattato «Salita al monte Carmelo» di san Giovanni della Croce, sacerdote
(Lib. 2, cap. 22)
 
Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio

    Il motivo principale per cui, nell'antica Legge, era lecito interrogare Dio ed era giusto che i sacerdoti e i profeti desiderassero visioni e rivelazioni divine, è che la fede non era ancora fondata e la legge evangelica non era ancora stabilita. Era quindi necessario che si interrogasse Dio e che Dio rispondesse con parole o con visioni e rivelazioni, con figure e simboli o con altri mezzi d'espressione. Egli infatti rispondeva, parlava o rivelava misteri della nostra fede, o verità che ad essa si riferivano o ad essa conducevano.
    Ma ora che la fede è basata in Cristo e la legge evangelica è stabilita in quest'era di grazia, non è più necessario consultare Dio, né che egli parli o risponda come allora. Infatti donandoci il Figlio suo, ch'è la sua unica e definitiva Parola, ci ha detto tutto in una sola volta e non ha più nulla da rivelare.
Questo è il senso genuino del testo in cui san Paolo vuole indurre gli Ebrei a lasciare gli antichi modi di trattare con Dio secondo la legge mosaica, e a fissare lo sguardo solamente in Cristo: «Dio che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio» (Eb 1,1). Con queste parole l'Apostolo vuol far capire che Dio è diventato in un certo senso muto non avendo più nulla da dire. perché quello che un giorno diceva parzialmente per mezzo dei profeti, l'ha detto ora pienamente dandoci tutto nel Figlio suo.
    Perciò chi volesse ancora interrogare il Signore e chiedergli visioni o rivelazioni, non solo commetterebbe una stoltezza, ma offenderebbe Dio, perché non fissa il suo sguardo unicamente in Cristo e va cercando cose diverse e novità. Dio infatti potrebbe rispondergli: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo» (Mt 17,5). Se ti ho già detto tutto nella mia Parola ch'è il mio Figlio e non ho altro da rivelare, come posso risponderti o rivelarti qualche altra cosa? Fissa lo sguardo in lui solo e vi troverai anche di quanto chiedi e desideri: in lui ti ho detto e rivelato tutto. Dal giorno in cui sul Tabor sono disceso con il mio Spirito su di lui e ho proclamato: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo» (Mt 17,5), ho posto fine ai miei antichi modi di insegnare e rispondere e ho affidato tutto a lui. Ascoltatelo perché ormai non ho più argomenti di fede da rivelare, né verità da manifestare. Se prima ho parlato, era unicamente per promettere il Cristo e se gli uomini mi hanno interrogato, era solo nella ricerca e nell'attesa di lui, nel quale avrebbero trovato ogni bene, come ora attesta tutto l'insegnamento degli evangelisti e degli apostoli.

RESPONSORIO                    Mic 4,2; Gv 4,25

R. Verranno molte genti e diranno: Venite, saliamo al monte del Signore. Egli ci indicherà le sue vie, * e cammineremo per i suoi sentieri.
V. Deve venire il Messia, il Cristo: quando verrà, ci annunzierà ogni cosa;
R. e cammineremo per i suoi sentieri.

ORAZIONE

    Salga a te, Signore, la preghiera del tuo popolo, perché nell'attesa fervida e operosa si prepari a celebrare con vera fede il grande mistero dell'incarnazione del tuo unico Figlio. Egli è Dio e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.